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Sicuramente avrai sentito parlare di Effetto Placebo e di come possa promuovere effetti positivi da un punto di vista terapeutico, senza assumere in realtà farmaci o terapie vere e proprie!
Magari pensi all’effetto Placebo con un’accezione negativa, considerandolo l’effetto di finte cure che danno dei risultati fondati sul niente.
Wikipedia a proposito di Effetto Placebo dice:
“Il placebo è una terapia o una sostanza prive di principi attivi specifici, ma che sono somministrate come se avessero veramente proprietà curative o farmacologiche.
Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Questo miglioramento indotto dalle aspettative positive del paziente è detto effetto placebo.”

In pratica, quando prendi questi farmaci e sei convinto di ricevere degli effetti terapeutici, quei risultati si manifestano realmente, anche se prendi dei granellini di zucchero.
Ma quindi qual è l'Effetto Biologico alla base che ti aiuta a guarire, anche se in realtà non stai prendendo nessun farmaco?
Il meccanismo alla base è psicosomatico.
Nel senso che il sistema nervoso, in risposta al significato pieno di attese dato alla terapia placebica, induce modificazioni neurovegetative e produce una serie numerosa di endorfine, ormoni, mediatori, capaci di modificare:
- La tua percezione del dolore.
- I tuoi equilibri ormonali.
- La tua risposta cardiovascolare.
- La tua reazione immunitaria.
Quindi ti sto parlando di veri e propri EFFETTI REALI.
Niente di Transitorio.
Niente di Finto.
Ma di qualcosa che ti aiuta a guarire, perché sei convinto di poterlo fare.
L’incredibile potere della tua mente che mette in atto i poteri di autoguarigione che sono presenti dentro di te
E a tale proposito ci sono degli studi straordinari:
Nelle patologie con componente psicosomatica come emicrania e insonnia l’analisi di prove “in cieco” dimostrano un effetto placebo fino all’80%, cioè in 80 persone su 100 sparivano insonnia ed emicrania.
E raddoppiando la dose di placebo, si ottiene un effetto terapeutico superiore a quello indotto da una dose minore.
Ma l’Effetto Placebo ha effetti straordinari non solo su patologie di questo tipo, dove penserai che è più facile autosuggestionarsi, ma anche su patologie di tipo organico come:
- Osteoartrite
- Artrite Reumatoide
- Ulcera Peptica
- Patologie cardiovascolari
- E addirittura in interventi chirurgici di cardio-chirurgia o artroscopia.
La tua mente è in grado di condizionarti anche negativamente attraverso L'EFFETTO NOCEBO
Ma se la tua Mente è in grado di GUARIRTI, attraverso una risposta biologica del tuo corpo mediata da AUTO-CONVINCIMENTO, CONDIZIONAMENTO e ASSOCIAZIONE, può purtroppo essere anche causa di Malattia e di peggioramento della tua condizione dolorosa.
I processi alla base dell’effetto nocebo sono praticamente gli stessi dell’effetto placebo, solo che vanno in direzione opposta.

“Ma cosa scatena questo effetto?” ti starai chiedendo.
Ciò che sta alla base è costituito dall’aspettativa negativa che si ha su una determinata situazione.
Si scatena una vera e propria condizione di ANSIA ANTICIPATORIA, che a sua volta produce degli effetti biologici che vanno ad aumentare veramente la percezione del dolore o a far comparire dei sintomi che prima non c’erano.
E purtroppo la nostra esistenza è continuamente bombardata da input negativi, che assorbiamo senza rendercene conto.
Pensa ad esempio all’effetto della televisione e di tutti i suoi programmi di pseudo-informazione che continuamente ti martellano con notizie negative riguardo ai pericoli per salute o per la vita, a volte anche esagerando per fare più audience.
Questi messaggi esagerati non fanno che aumentare le tue aspettative negative.
Recentemente si è visto come questo tipo di ansia induca l’attivazione nel cervello una sostanza chiamata colecistochinina, la quale produce a sua volta un effetto amplificante sul dolore, senza che sia presente una vera e propria causa.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato che certi disturbi, come la cefalea, spesso imputati alle radiofrequenze dei telefoni cellulari, non sono altro che effetti psicologici, cioè effetti nocebo.
Il solo credere che un telefono cellulare possa produrre danni alla salute spesso può provocare l’insorgenza di sintomi di diversa natura.
Anche io sono stata vittima dell’Effetto Nocebo
Pur essendo consapevole di questi processi, non sono stata immune, ahimè nemmeno io, da questo spaventoso condizionamento.

Purtroppo una mia cara amica è morta prematuramente per un brutto male al cervello.
Oltre all’incredibile dolore che questo evento ha provocato in me, ho iniziato a sentire assolutamente vicina, imminente, la possibilità di potermi ammalare a mia volta.
La sua vita rispecchiava la mia: giovane professionista, giovane moglie, giovane madre di 2 splendidi bambini.
Tutto questo mi faceva continuamente immedesimare nel suo doloroso destino e ho iniziato a percepire la realtà imminente che questo brutto male potesse capitare anche a me.
Così un giorno toccandomi il collo, ho notato la presenza di un nodulo, a cui prima non avevo mai fatto caso.
In preda all’ansia, ho fatto immediatamente un ecografia, il cui esito è stato effettivamente non incoraggiante.
C’erano 2 grossi noduli per i quali dovevo sottopormi ad urgente biopsia.
I giorni che mi separarono da quell’esame furono terribili.
In quei giorni ho iniziato ad avvertire una serie di sintomi che non avevo mai percepito prima:
- Dolore alla Gola
- Senso di soffocamento
- Mal di Testa
- Debolezza
Ero convinta di avere qualcosa di grave e aspettavo quel giorno con disperata rassegnazione.
E invece l’esito dell’esame è stato assolutamente negativo.
C’erano si dei noduli, ma solo ed esclusivamente da tenere sotto controllo visto che erano di natura benigna.
Immediatamente i miei sintomi scomparvero: niente dolore, niente senso di soffocamento.

Rimasi esterrefatta, perché provai sulla mia pelle il potere della mente, capace di farti provare estasi infinita come dolore smisurato.
La consapevolezza di quanto la nostra mente possa essere determinante nel condizionarci verso lo stato di Salute o verso quello di Malattia era nota già migliaia di anni fa.
Antifonte, un filosofo Greco che visse addirittura nel 400 A.C. scriveva, a tale proposito:
“In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia, come verso tutto il resto.”
Il cervello è capace di creare tutte le condizioni necessarie nel rilevare, affrontare e risolvere i disturbi corporei?
Sembra proprio di sì e sembra che questo fenomeno possa essere attivato mediante meccanismi immunitari ed adeguate secrezioni.
L’occidente, con il proprio modus pensanti, attribuisce certe guarigioni straordinarie e inspiegabili per la scienza, a fattori miracolistici.
Definito come guarigione spontanea, in realtà è un fenomeno che inizia ad avere delle risposte da parte della PNEI e che sostanzialmente, sembra attivare alcune sostanze chimiche, i neurotrasmettitori.
PNEI è l’acronimo di psiconeuroendocrinoimmunologia, disciplina che studia le interrelazioni tra psiche, sistema immunitario, endocrino e nervoso, nonché come questi si influenzino vicendevolmente.
Grazie alla PNEI, alla sua scientificità, sono cadute molte teorie tendenti alla frammentazione del essere umano, teorie che hanno trovato spazio, considerazione e protezione da parte della medicina convenzionale.
Il corpo non è un ammasso di tante parti indipendenti tra loro, ma un unica entità che si condiziona vicendevolmente.
La liberazione dei neurotrasmettitori avviene continuamente ed è influenzata da innumerevoli fattori:
- il nostro stato mentale in primis,
- la tendenza ad essere positivi anche nelle condizioni critiche,
- lo stile di vita
- ed il vissuto emotivo.
Cosicché ad esempio, essere diffidenti sulle proprie capacità, possedere uno scarso grado di autostima e di risorse interiori, provoca allo stesso modo dell’uso indiscriminato di farmaci e/o abuso di sostanze nocive un indebolimento del fenomeno dell’autoguarigione.
La PNEI presuppone finalmente l’avvento di una MEDICINA
Si tratta della MEDICINA INTEGRATA, dove la persona è posta al centro e gli approcci che devono essere presi in considerazione sono molteplici, ognuno dei quali tendenti a riportare l’EQUILIBRIO.

Nella Ruota della Medicina Integrata, non vengono esclusi approcci farmacologici o chirurgici, quando sono necessari, ma vengono integrati da altri, che hanno l’obiettivo di riportare il BENESSERE a 360°
Tra queste come puoi vedere entrano a pieno titolo le tecniche manipolative (di tipo osteopatico e non), che in termini molto semplici hanno lo scopo di riportare la Mobilità e la Funzionalità laddove non è più presente.
Pensa ad un Mal di Schiena Cronico, con dolore continuo.
In questo caso l’approccio osteopatico, attraverso un’attenta valutazione, ha l’obiettivo di capire qual è la causa scatenante di quel mal di schiena, che può avere diverse origini:
- Muscolare
- Osseo
- Nervoso
- Viscerale
- Del sistema venoso o arterioso, ecc.
Ognuna di queste disfunzioni si esprime nel senso della restrizione di mobilità e l’atto terapeutico si fonda sul ripristinare il movimento laddove non c’è più.
Questo atto terapeutico, in questo modo è capace di riportare la corretta funzionalità in assenza di dolore e di conseguenza la GUARIGIONE.
Ma alla luce della nuova scienza PNEI, fa anche dell’altro.
Se ogni disfunzione del corpo, come può essere anche un mal di schiena, ha influenza su tutto il resto del corpo e non sul singolo pezzetto, allora quel mal di schiena non significa solo dolore in quella zona, non significa solo protrusione, ernia o artrosi in quel pezzetto del tuo corpo.
Quel mal di schiena è anche:
- un’alterazione Emodinamica
- alterazione Neurovegetativa
- alterazione Endocrina
- alterazione Umorale
- alterazione Psichica
- alterazione locale e generale di quella persona.
E la tecnica manipolativa in se non serve solo a risolvere il mal di schiena, ma dare il potere al tuo corpo di auto-guarirsi e a produrre un effetto generale di benessere .
Qui di seguito voglio riportarti l’intervista del Dott. Enzo Soresi, Pneumologo, Oncologo e Primario all’Ospedale Niguarda di Milano, che parla appunto di Medicina Integrata e di come l’Osteopatia e le tecniche Manipolative possano provocare gli effetti di cui ti ho parlato fino ad ora.
Ma allora cosa puoi fare di concreto per poter Guarire?
Se tutto quello che abbiamo detto è vero.
Se è vero che l’ambiente esterno è in grado di cambiare e condizionare non solo il nostro vissuto emotivo, ma anche il nostro stato di Salute.
Se è vero che essere convinti che quella terapia farmacologica, fisica o riabilitativa funzioni, ti porta ad un reale miglioramento dei tuoi sintomi.
Se è vero che lo stato mentale che propende verso una visione ottimistica e non catastrofica della propria vita può direzionarti verso uno stato di Salute, piuttosto che di Malattia.
Allora diversi sono i punti da cui devi partire, affinché nella tua vita ci siano dei cambiamenti reali:
- Affidarsi solo a medici e terapeuti, con cui si instauri una vera alleanza terapeutica.
- Migliorare il proprio Stile di Vita
- Considerare la Malattia come un opportunità e non come un problema.
Il tuo Medico deve essere il tuo Alleato
Affinchè si possa instaurare una vera e propria alleanza terapeutica e affinchè la terapia sia effettivamente efficace, al di la del principio utilizzato, queste sono le condizioni che si devono verificare:
- Devi sentirti “preso in carico” dal tuo terapeuta e sentire che finalmente sei atterrato in un porto sicuro, dove ogni atto terapeutico deve essere volto alla tua persona, al tuo problema specifico.
- Non devi sentirti come un numero o la prossima visita o trattamento. Ci sei tu e il tuo problema che quel terapeuta ti aiuterà ad affrontare.
- Il terapeuta deve spiegarti con parole semplici tutto quello che sta succedendo dentro di te e come si svolgerà il trattamento pensato su misura su di te.
- E infine deve dimostrarti come quel principio, quel farmaco, quel trattamento, abbia funzionato con altri, in maniera tale che possa svilupparsi dentro di te quel processo di ASSOCIAZIONE MENTALE, che ti aiuterà a mettere in atto una serie di fenomeni biologici protesi alla guarigione.
La Guarigione dipende anche da TE?
Il Terapeuta deve essere il tuo punto di riferimento, ma non puoi fare l’errore di riversare tutte le tue speranze di Guarigione su di lui.
Non puoi pensare di Guarire se continui a mangiare male, a fare vita sedentaria, ad arrabbiarti costantemente contro il mondo, perché sembra che tutto navighi contro di te.
Ovviamente nell’ottica di una Medicina Integrata, diversi sono le specialità mediche che insieme possono aiutarti affinchè tu riesca a compiere un percorso di cambiamento(Nutrizionista, Medico, Psicoterapeuta, Osteopata, medicina tradizionale cinese, ecc.)
Ma ricordati che alla fine sei tu l’unico attore e regista della tua vita.
Sei tu a decidere la trama.
Sei tu a decidere il finale.
Non puoi pensare che per un periodo fai attività fisica, mangi bene, fai tutto quello che è necessario per eliminare il tuo dolore e poi dopo ritorni a fare tutto quello che facevi prima.
E ovvio che il dolore ritornerà.
Migliorare il tuo stile di vita non deve essere considerato come l’ennesimo problema da affrontare o come un ulteriore stress.
O peggio ancora, devi sentirti male se quella sera non sei riuscito a mangiare come ti eri proposto oppure devi colpevolizzarti se non riesci a smettere di fumare all’istante.
Ricordati che devi essere tollerante con te stesso.
Immagina di essere con te stesso, come una madre amorevole nei confronti del proprio bambino, a cui sta insegnando a camminare.
Il Bambino cade, inciampa, ma la madre sorride e incoraggia.
Caduta dopo caduta, diventa più forte e finalmente inizia a correre, gioioso di poterlo fare, senza avere finalmente bisogno di nessun aiuto.
Così devi essere con TE stesso. Ogni volta che riesci a cambiare in meglio la tua vita, perchè hai mangiato un dolce in meno, hai fumato qualche sigaretta in meno, hai iniziato a camminare, festeggia e pensa di aver fatto un atto d’amore verso la persona più importante della tu vita: TE STESSO.
La Malattia è un Opportunità, anche se pensi che sia una punizione
Lo so, sono parole un po’ forti.
Vallo a dire a chi soffre di dolore cronico da una vita.
A chi di punto in bianco scopre di aver un brutto male.
Eppure bisogna essere consapevoli che le cose non avvengono per caso.
La nuova scienza, e cioè la PNEI, piuttosto che la fisica quantistica ci dicono che la malattia non è un processo casuale, legato solo alla genetica piuttosto che al caso.
E che in realtà la malattia in se è già l’inizio della Guarigione.
Pensa ad un influenza, ad esempio.
La cosa che ti dà fastidio è il naso chiuso o che cola, la febbre, i dolori articolari.
E si pensa che questi fastidi, questi sintomi siano la rappresentazione della malattia e infatti la prima cosa che si fa è prendere la tachipirina per abbassare la febbre, la rinazina per aprire il naso e via a lavoro verso nuove ed esaltanti avventure, arrabbiandosi anche un po’ con se stessi, perché stavolta questa influenza non ci voleva proprio.

In realtà tutti questi sintomi non sono nient’altro che l’insieme dei meccanismi che il tuo corpo mette in azione per combattere la vera causa e cioè il virus o il batterio che ti hanno attaccato.
L’innalzamento della temperatura(la febbre), il naso che cola(l’infiammazione), sono processi messi in atto per aiutarti e per distruggere quel virus o quel batterio.
In questa caso la malattia e quindi tutto il corredo di sintomi di cui ti ho parlato, sono già l’inizio della guarigione.
A volte questa guarigione ha bisogno di un aiuto esterno, a volte non è necessario.
Ma bisogna capire che l’aiuto esterno e quindi la farmacologia, la terapia riabilitativa, ecc. non devono essere intese come la distruzione dei sintomi, ma come aiuti esterni che mettano il tuo corpo nella condizione di AUTOGUARIRSI.
È come se si volesse amplificare il potere di guarigione che è già presente dentro di TE.
“Si, ma in che modo la malattia può essere un’opportunità?” ti starai chiedendo.
Per parlarti di questo voglio raccontarti un episodio legato ad una mio paziente, Marco, che di punto in bianco ha iniziato a soffrire di pressione alta e mal di schiena.
I suoi genitori non avevano questo tipo di problema, quindi non c’è familiarità, non fuma, non ha malattie e i suoi esami del sangue sono nella norma.

Sta di fatto che Marco comincia ad avere pressione alta, la notte si sveglia con palpitazioni.
Per di più si sente sempre rigido contratto e periodicamente gli capita di bloccarsi con la schiena.
È in preda all’ansia perché pensa che da un momento all’altro possa succedergli qualcosa come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Marco ha paura anche di farsi visitare, perché sa di non avere un problema organico e teme che il medico gli dia la solita pillolina per la pressione che poi dovrà prendere a vita.
Marco cerca disperatamente di trovare una soluzione, quindi inizia a ridurre il sale dall’alimentazione, cerca di fare un po’ di attività fisica.
Anche se tutto questo gli risulta molto difficile perché Marco lavora, ha una famiglia e quasi zero possibilità di iscriversi in una palestra per fare attività continua.
Sapere di dover fare delle cose e la difficoltà di poterle attuare lo trascina in un vortice di ansia e preoccupazione ancora più intensa, quindi parla con sua moglie confessandole quanto sia sofferente e di quanto la sua vita sia difficile e complicata e di come non abbia nessun aiuto per venirne fuori.
Sua moglie che di fatto lavora come Marco e che ha altrettanti impegni e carichi, gli dice che pur volendo offrirgli il suo aiuto, non sa come farlo.
Anzi sua moglie pensa già di aiutarlo abbastanza e si sente frustrata rispetto al fatto che Marco non riesca ad apprezzare il suo impegno.
Quindi nascono ulteriori malumori che non fanno altro che aumentare i suoi livelli di ansia e di stress.
Quando conobbi Marco, per la prima volta nel mio studio, mi parlò dei suoi problemi di schiena, della sua rigidità, del fatto che si bloccava spesso.
Allora, come al mio solito, iniziai a fare una serie di domande, fino a scoprire i problemi legati alla sua pressione e allo stress continuo a cui si sentiva sottoposto.
Spiegai a Marco come avrei fatto per risolvere il suo mal di schiena e di come fosse importante che si rivolgesse ad una cardiologo, per affrontare l’altro problema.
Ma gli spiegai anche che lui continuava a cercare soluzioni transitorie, non accorgendosi che senza cambiare il suo atteggiamento e il suo stile di vita, non poteva assolutamente pensare di risolvere definitivamente i suoi malesseri.
Marco cercava solo risposte al di fuori di lui, e non dentro se stesso.
Doveva, invece, chiedersi:
“Perché ho la pressione alta? Cosa vuole dirmi il mio corpo?”
Devo essere sincera, Marco all’inizio, come probabilmente te in questo momento, mi ha preso per una un po’ strana, che invece di limitarsi a risolvere il mal di schiena, si mette a filosofeggiare.
“Questa non è Scienza, è Filosofia.” magari starai pensando.
E invece Marco si sbagliava di grosso, perché per fortuna la Scienza comincia a dimostrare tutto quello che fino a poco tempo fa sembravano solo belle parole o ipotesi.

Negli ultimi anni, ad esempio, è stato dimostrato che il cuore non è solo un motore che pompa sangue all’interno del corpo ma una struttura endocrina, in grado di produrre ormoni e neurotrasmettitori che a loro volta hanno una serie di recettori sia a livello periferico che centrale.
Questo significa che CUORE E CERVELLO DIALOGANO TRA LORO.
Uno degli ormoni prodotti dal cuore è ad esempio l’ENDOTELINA-1 che attraverso recettori periferici provoca innalzamenti pressori.
Mentre a livello centrale ci sono dei recettori a livello dell’ipofisi dove guarda caso è attiva la reazione dello stress attraverso l’asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene.
E l’Endotelina 1 viene a sua volta prodotta quando ci sono dei livelli di stress e paura molto elevati, provocando una reazione a catena dove è difficile uscirne fuori.
Ci sono degli ormoni invece come il Natriuretico atriale che invece a livello periferico hanno un effetto di vasodilatazione e quindi di abbassamento di pressione e a livello centrale è collegato alla ghiandola pineale, sede, sempre guarda caso, dei sentimenti nobili, dell’amore, della condivisione.
E sono proprio questi i sentimenti che inducono una maggiore produzione di quest’ormone.
La stessa cosa vale per il mal di schiena, poiché vivere una costante condizione di ansia provoca a livello periferico, come ci suggerisce la neuroscienza, un aumento di contrazione muscolare e quindi dolore, mal di schiena, rigidità.
Ora siccome il mio lavoro non si vuole fermare mai alle increspature del mare, ma ne vuole conoscere gli abissi, ho la testardaggine e forse la presunzione di voler lavorare su ciò che è causa del male e non solo ed esclusivamente sugli effetti.
Per questo ho insistito con Marco affinché riuscisse a capire che i suoi problemi erano legati alla modalità con cui li affrontava.
Forse i suoi problemi gli suggerivano che probabilmente aveva affrontato la vita in maniera sbagliata.
Che il fare attività fisica, mangiare bene, bere più acqua, non dovevano essere dei nuovi impegni da inserire in una tabella di marcia fin troppo affollata.
In questo modo i suoi livelli di stress, invece di scendere continuano a salire.
Marco deve decidere di iniziare a volersi bene e con calma e tolleranza verso se stesso, deve iniziare ad inserire dei piccoli rituali che con gentilezza e senza stravolgere la sua vita, vadano in maniera costante e graduale a cambiare le sue abitudini:
- Camminare un po’ di più, approfittando di essere arrivato prima a lavoro o di aver perso un autobus.
- Preparare un pasto con cura e consapevolezza.
- Concentrarsi sul momento presente e non proiettarsi continuamente in un futuro minaccioso e pieno di problemi.
Lo so cosa stai pensando: “Tutte cose belle, ma come si fa? e alle bollette chi ci pensa?”
Tu ci devi pensare.
Ma devi fare in modo che questi problemi non inghiottano la tua vita.
E’ facile? Per niente.
E’ molto difficile. Si chiama infatti LAVORO SU DI SE, non vacanza su di se.

All’inizio è complicato, quasi non ci si pensa al lavoro su di se, troppo impegnati ai problemi “veri” della vita di tutti i giorni.
E poi ecco che all’improvviso un mal di schiena, una dermatite, una pressione troppo alta, un’ulcera allo stomaco, TI VENGONO IN SOCCORSO.
Sì… in soccorso, perché in questo modo stai ricevendo un avvertimento dal tuo corpo che ti mette davanti ad una scelta:
Sei con me o contro di me?
Ecco che la malattia si trasforma in opportunità di cambiamento.
Un cambiamento che deve avvenire dentro di te e che non deve essere condizionato continuamente da quello che ti continua a succedere intorno.
Questo è il modo. E’ difficile.
E ti avverto non basta esserne consapevoli. Esserne consapevoli non serve a niente, se non inizi a cambiare il tuo atteggiamento in maniera reale e concreta.
Tu da che parte vuoi stare?
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Spero che l’articolo ti sia piaciuto.
Un abbraccio,
Nadia Forte
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