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Hai appena scoperto che la causa del tuo insopportabile dolore alla schiena è un ernia…
Quindi forse stai considerando la possibilità di operarti, magari non vedi l’ora di farlo così da poter tornare il prima possibile alla normalità.
Del resto, ormai il dolore non ti abbandona in nessun momento della giornata, ha stravolto la tua quotidianità. Alzarti dal letto al mattino è diventato un inferno e al solo pensiero sudi freddo. Ogni giorno ti chiedi quando cesserà.
Per settimane, se non mesi, hai provato di tutto, impacchi, creme, pillole…
Ma niente, anche se per qualche ora diminuisce, lui torna sempre.
A questo punto sei convinto che c’è solo una cosa da fare: operarti.
Tu giustamente pensi: “Se mi opero, mi tolgono l’ernia che causa il dolore e il problema è risolto, in una settimana torno come nuovo, giusto?!”
Sbagliato! Mi dispiace…
A dire il vero la domanda che bisogna porsi non è se operarsi sia giusto o sbagliato in senso assoluto,
Ma: In quali casi l’intervento è necessario, oppure non è necessario?
Ovviamente deve essere il neurochirurgo a valutare se il tuo caso richiede un intervento chirurgico.
So che hai sofferto molto e vuoi risolvere il problema all’origine e nel più breve tempo possibile… Ma la via più breve non sempre è quella che ti farà stare meglio.
Perciò in questo articolo analizziamo la situazione e ti parlerò di:
- Quali sono le conseguenze negative che può avere un intervento chirurgico per la rimozione di un’ernia.
- Quali sono i casi in cui è necessario operare e quali no.
In generale posso dirti che devi evitare il più possibile di ricorrere all’intervento perché ci sono sempre degli effetti collaterali o dei problemi che possono insorgere successivamente.
I rischi di un intervento di rimozione dell’ernia
1) RECIDIVE

Il primo dei rischi è quello di recidive, ovvero quando si ripresenta lo stesso tipo di problema.
Statisticamente dopo qualche anno dall’intervento si verifica nel 10-15% dei pazienti.
Le situazioni che si possono presentare sono 2
- Fuoriesce un’ulteriore ernia a livello dello stesso disco della prima che hai rimosso.
- Si creano degli ispessimenti a livello della cicatrice dell’intervento.
Quando la cicatrice diventa fibrotica è facile che vada a comprimere la radice del nervo procurando la stessa sintomatologia dolorosa, anche se l’ernia in realtà non è più presente.
Magari questa percentuale del 10-15% per le recidive per te è bassa e saresti disposto a correre il rischio…
Ma devo informarti che in questa statistica delle recidive non rientrano i casi in cui successivamente si presentano ernie in ALTRI dischi, quindi più in alto o in basso.
Questo si verifica perché un ernia NON è l’origine del problema, ma è sempre una CONSEGUENZA.
L’ernia infatti è la manifestazione di uno squilibrio che si trova a monte.
Quindi anche se tu vai a rimuoverne l’effetto, cioè l’ernia che ti provoca dolore, la causa (ovvero quelle forze che ti hanno portato ad avere un’ernia del disco) rimane sempre lì. Per cui dopo qualche mese è più facile che si sviluppi un’altra ernia e sarai punto e a capo.
Quindi in realtà la percentuale di recidive è molto più alta di quel 15% rilevato dalle ricerche effettuate.
2) PROBLEMI ALLA SCHIENA DOVUTI A UNA PERTURBAZIONE DEL SUO EQUILIBRIO

Un intervento chirurgico in questa zona condiziona sempre la dinamica della colonna vertebrale, causando per esempio problemi di equilibrio o di postura, in quanto durante l’operazione si intaccano e lesionano inevitabilmente nervi e muscolatura.
Quindi se pensi di voler andare a operarti e rimetterti in piedi in 2 giorni…
Ti capisco, sei in una situazione pesante e magari non puoi permetterti di stare fermo per troppo tempo.
Quindi sì, in 2 giorni tornerai a casa senza avere più dolore…
Ma devi tenere a mente che non è una soluzione definitiva e i problemi possono comunque continuare o risultare addirittura maggiori.
E ora sai che le probabilità che non sia finita qui sono abbastanza rilevanti.
Con questo però non voglio certo dire che l’operazione sia sempre e in ogni caso inutile.
Quando è veramente necessario operarsi?
Te lo posso riassumere in un caso specifico.
Quando l’ernia è così grande da comprimere il nervo in modo così importante da causargli dei danni.
In questo caso oltre ai soliti sintomi di intorpidimento, formicolio, insensibilità e dolore, si aggiungono gravi deficit di mobilità. Per esempio come quando il piede cede in avanti mentre cammini.
Puoi verificare tu stesso provando a camminare prima sulle punte dei piedi, poi sui talloni.
Se non riesci a rimanere in equilibrio vuol dire che il nervo che comanda i tuoi muscoli è seriamente compromesso. A questo punto devi assolutamente evitare che questo danno sul nervo diventi permanente.
Per questo motivo l’unica situazione in cui si deve intervenire il prima possibile è quando è presente una grave compromissione del nervo.
Negli altri casi dove non c’è un deficit motorio, considerando il bilancio rischi-benefici non è poi così utile, perché vai ad eliminare il sintomo ma non la causa che ha creato il problema, e quello che è successo una volta può accadere nuovamente.
In ogni caso la cosa più importante è affidarsi a qualcuno che ti aiuti a capire qual è la causa scatenante del tuo mal di schiena, e che ti indirizzi in un percorso che possa eliminarla per farti guarire nel modo più sicuro e duraturo possibile.
Se hai una condizione grave come un’ernia espulsa devi operarti?

In questa situazione di solito le persone pensano subito di doversi far operare, in quanto l’ernia espulsa è vista come uno dei danni più gravi che possono verificarsi a carico del disco.
Con ernia espulsa si intende che il materiale all’interno del disco (il nucleo) fuoriesce completamente rompendo l’anello fibroso che lo contiene.
Considerando la grande quantità di materiale fuoriuscito questo può comprimere in maniera maggiore il nervo e creare dolore…
Ma la valutazione della necessità di un intervento è sempre la stessa: si deve operare se il nervo sta subendo un grosso deficit.
Anzi, in questa situazione l’operazione è anche meno necessaria perché l’ernia espulsa con il tempo tende a disidratarsi naturalmente, riducendo quindi la compressione.
Questo succede perché in questo caso il nucleo del disco intervertebrale è esposto, di conseguenza viene riconosciuto dal sistema immunitario come un corpo estraneo, e quindi viene attaccato e distrutto.
Perciò per quanto riguarda l’ernia espulsa al contrario di ciò che comunemente si pensa, nella maggior parte dei casi non è necessario operare e può essere saggio aspettare un po’ che si disidrati naturalmente.
A questo punto hai capito in quale caso è necessario sottoporsi all’intervento chirurgico di rimozione dell’ernia, e perché nella maggior parte delle situazioni può rivelarsi una scelta sbagliata.
Per cui consiglio sempre di affidarti ad un medico che valuti in maniera approfondita la tua situazione e ti porti sul lettino operatorio solo se assolutamente necessario.
In ogni caso ricorda che, a meno che tu non abbia subito un violento trauma improvviso, l’ernia è solo la conseguenza di uno squilibrio muscolare, di una postura sbagliata, o il risultato del meccanismo di compenso che il corpo ha messo in atto per anni per adattarsi ad un’altra problematica in atto.
Perciò che tu ti operi oppure no, è fondamentale andare a trovare la CAUSA a monte che ti ha portato a sviluppare l’ernia, e agire attraverso un percorso per eliminarla e ristabilire l’equilibrio.
Questo è proprio quello che mettiamo in pratica all’interno dello Studio Schiena Forte attraverso un Percorso globale e integrato.
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